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Immagine del redattoreAndres Rivera Garcia

Quando un uomo uccide una donna


Nei prossimi giorni sentiremo parlare incessantemente della tragedia avvenuta alla giovane Giulia che, è bene ricordarlo, non è la prima vittima di un omicidio passionale. Alessandra, Chiara, Vanessa, Stefania, Saman, Sonia, Roberta sono solo alcune delle giovani donne uccise nel 2021 per mano degli uomini. Non amo usare il termine femminicidio come avete letto ma di omicidio passionale.


La parola passionale deriva da passione che a sua volta dal latino significa sofferenza (come la Passione di Cristo). Questi omicidi sono guidati dall'impossibilità di far fronte alla propria passione, tenendo sempre a mente l'accezione latinista del termine e non la bellezza della parola di uso comune.


Ma cosa succede nella profondità di un individuo, come nel caso di Filippo Turetta, che lo spinge in quello che viene definito un passaggio all'atto? Il passaggio all'atto è, come suggerisce il termine, un atto generalmente violento verso la propria persona o il prossimo, che il soggetto non ha avuto modo di rappresentare nella sua psiche prima del suo compimento. Preda della sua pulsione (quella che Freud chiama pulsione di morte), il soggetto nullifica il confine tra la dimensione della parola e quella della distruzione scegliendo di mettere a tacere l'angoscia della frustrazione per un lutto non elaborato con la distruzione dell'oggetto amato.


Sentiremo paragonare quest'uomo, come è stato fatto per i suoi predecessori, ad una bestia con la misera illusione che le bestie siano prede di loro stesse. Invece quest'uomo rimane un uomo: disperato, turbato, omicida, sicuramente disprezzabile ma pur sempre un uomo. La testimonianza del suo essere uomo (nell'accezione di appartenente alla specie umana) è in sede proprio al delitto stesso di cui si è macchiato perché, proprio come Freud diceva:


L'uomo ha istinti aggressivi e passioni primitive che portano allo stupro, all'incesto, all'omicidio; sono tenuti a freno, in modo imperfetto, dalle istituzioni sociali e dai sensi di colpa.
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