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La sovversione della vita

Immagine del redattore: Andres Rivera GarciaAndres Rivera Garcia

Un percorso orientato dalla psicoanalisi, è un atto di pura sovversione. Cosa significa sovvertire? Possiamo interpretare questo termine in una duplice maniera: da un lato può assumere il significato di sub-vertere ossia mandare sopra ciò che era sotto, quindi rimanda alla classica esperienza psicoanalitica di rendere l’inconscio più vicino al regno della coscienza; dall’altro abbiamo una sorta di sinonimo: capovolgimento. In quest’ultimo scenario non parliamo più di inconscio o di coscienza ma del desiderio e della posizione soggettiva nei confronti dell’Altro.


Non possiamo negare che la vita di ogni individuo è profondamente segnata, marchiata, dall’intervento dell’Altro sin dall’inizio della sua storia personale. La vita del soggetto, in un primo momento per sua impossibilità, è a sua insaputa orientata dal desiderio dell’Altro: come vestirsi, quale scuola frequentare, quale strada per un futuro migliore intraprendere, quale ideale riconoscere, quale non riconoscere, quale posizione assumere e via discorrendo. Andando avanti questa adesione al desiderio dell’Altro diventa via via più subdola, più imperativa, nella misura in cui assicura al soggetto non solo il suo riconoscimento ma anche l’amore di questo Altro che vede in lui la realizzazione di un profondo desiderio nei suoi confronti.


Il soggetto porta quindi un marchio che sfoggia con onore e, spesso, dolore, fintanto che questo marchio è la testimonianza dell’amore che l’Altro gli riserva. Il problema nasce in un secondo momento: quando il soggetto inizia a sperimentare la costrizione di questo desiderio; quando, in altre parole, il soggetto comincia a rendersi conto di essere abitato lui stesso da un desiderio, un desiderio soggettivo e non contaminato dall’Altro. Questo è il punto in cui si origina la frattura, la tensione, lo scenario in cui se da un lato il marchio dell’Altro si incendia tanto più che il soggetto si allontana da esso, dall’altro si intravede la possibilità di smarcarsi, di dirigere la propria vita verso un’altra direzione spesso totalmente opposta alla prima.


Paralizzarsi a questo bivio è molto frequente. ‘’Mi sento immobile’’, ‘’Non sto né andando avanti né indietro’’, sono alcune delle tante forme espressive che le persone utilizzano quando si trovano faccia a faccia con la decisione più importante e cruciale della propria vita. Il soggetto è chiamato ad una scelta, una scelta che chiama la sovversione: scegliere cosa fare del proprio marchio, del desiderio dell’Altro, degli ideali, delle aspettative, delle contingenze della vita e volgere lo sguardo altrove a costo anche della perdita di un amore immaginario che fino a quel momento ha retto l’impalcatura della sua esistenza.


La sovversione è un atto d’amore, un amore verso il proprio desiderio.


 
 
 

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